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27 luglio 2017

Castiglioncello, Armunia

 

 

Prova scena  Lo scopone scientifico

 

 

Le attrici giocano una partita vera mentre si svolge un dialogo scritto.

 

Il dialogo non prevede improvvisazioni. È assoggettato all’andamento della partita. Non dovrebbe prevalere, non dovrebbe risultare come azione principale.

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I colori ma soprattutto il ritmo sono determinati dall’attenzione che si dedica al gioco e dall’alea del suo andamento.

 

Sono tantissimi gli elementi di cui occorre tenere conto:

 

il rumore delle carte

 

i fonemi e commenti dei giocatori (settebello! scopa! etc)

 

i rumori che produce il corpo teso nel gioco (picchiettii, esultanze, abbattimenti)

 

e non ultimo il dialogo.

 

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Poi abbiamo tentato una partita finta senza dialogo.

 

Le attrici non dovevano contare o seguire il gioco ma considerare la scena come una sessione ritmica.

 

 

Il gioco ha assunto una strana vitalità

 

la relazione fra le giocatrici si è intensificata

 

il livello energetico si è alzato

 

tinte più forti

 

pennellate più audaci

 

diciamo che la partita risultava più vera quando si fingeva di giocare.

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Nel 1958 scrivevo che "non ci sono grosse differenze tra quello che è reale e quello che è irreale e tra quello che è vero e quello che è falso. Una cosa non è necessariamente o vera o falsa, può essere entrambe: vera e falsa."

 

Nel dramma la verità ci sfugge sempre. Non la troveremo mai facilmente ma la ricerca è convulsa. Naturalmente, è la ricerca a condurre il cimento. La ricerca è il nostro compito. Molto spesso, sulla verità, si barcolla nel buio; ci si imbatte o si intravede appena un'immagine o un forma che sembra corrispondere alla verità, spesso senza renderci conto che siamo noi a renderla reale. Ma la verità, quella autentica, è che non c'è una verità da trovare nell'arte drammatica. Ce ne sono molte. Queste verità si sfidano a vicenda, si allontanano a vicenda, si riflettono a vicenda, si ignorano a vicenda, si infastidiscono a vicenda, sono insensibili l'una all'altra. A volte sembra di avere tra le mani la verità di un momento, ma poi ci scivola dalle dita ed è persa."

(Harold Pinter)

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